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18 aprile 2012 3 18 /04 /aprile /2012 17:25

 

 

Le interviste di Nencini e Pastorelli su politica e rimborsi elettorali
Finanziamento, la grande truffa dei ‘grandi’ partiti
mercoledì 18 aprile 2012 - tratto dall' "Avanti della domenica"


Ci sono partiti, come la Lega, che hanno ottenuto un rimborso per spese elettorali pari al 1308%.
Ma ci sono anche dei partiti, come il Psi, che invece hanno avuto un rimborso pari alla metà delle spese effettivamente sostenute. “Nel 2008 – risponde Riccardo Nencini in un’intervista a QN di venerdì 13 - abbiamo speso 4 milioni e mezzo per la campagna elettorale mentre abbiamo ottenuto solo 2 milioni e mezzo di rimborso ripartito in cinque anni. È la conseguenza di quanto sia sbagliata la legge in vigore”. Nencini però, a ragione, teme che le modifiche di cui si è parlato nei giorni scorsi (un ddl di Pdl, Pd e Terzo Polo) salverebbero i partiti presenti in parlamento perché l’eventuale sospensione di cui si parla, riguarderebbe le elezioni politiche e regionali, e non guarda caso, le europee. In parole povere a rimanere senza fondi sarebbero tutti i partiti minori fino a SeL mentre per i ‘grandi’ non cambierebbe nulla.
“Secondo la bozza di accordo – aggiunge infatti nella stessa intervista - si prevede di bloccare, in attesa di controllo, il rimborso dei finanziamenti delle politiche e delle regionali, non delle elezioni europee. Questo significa che il denaro derivante da quel rimborso finirà nelle casse dei partiti più grandi, a discapito dei piccoli partiti, come noi, che non hanno superato la soglia del 4%”. “Siamo stati i primi – sottolinea il segretario del PSI a proporre una modifica della legge nel 2008 durante la conferenza di Napoli quando facemmo nostre le proposte del professor Stefano Merlini. Per quanto mi riguarda, io sono d’accordo con l’esistenza di un finanziamento pubblico, ma il rimborso deve essere un rimborso vero, non un meccanismo per cui milioni di euro finiscono nelle casse dei partiti, anche di quelli che nulla hanno speso per far politica”.
Che le difficoltà già grandi rischino di divenire insormontabili, lo conferma Oreste Pastorelli. Il tesoriere del PSI spiega in un’intervista all’Avantionline, che una gestione corretta è simile a quella di una qualunque famiglia italiana, ovvero non si spende mai di più di quello che si ha e si prevede di avere in cassa.
“I soldi si spendono sulla base di quanto si possiede senza lasciare debiti in giro. E questo risulta ancora più semplice nel momento in cui si realizza un bilancio preventivo dell’anno: in tal modo si conosce immediatamente di quanti soldi si può disporre, attraverso il finanziamento e il tesseramento degli iscritti al partito”.
Le spese principali nella gestione del Psi sono principalmente “spese di struttura, oltre che per le attività politiche in giro per l’Italia e per la società Nuova Editrice Operaio, a cui fanno capo le attività editoriali. Tutto passa attraverso l’approvazione del bilancio preventivo, da parte della direzione nazionale e di un collegio di revisori contabili che controlla i conti e dà il parere sul bilancio consuntivo che si presenta a luglio di ogni anno alla Camera e si pubblica attraverso due quotidiani nazionali”.
“Per quel che riguarda il Psi il bilancio è costituito per il 50% da rimborsi elettorali e la parte restante dalle sottoscrizioni provenienti dal tesseramento”. “Sono convinto – aggiunge - che il rimborso elettorale debba andare alla lista che ha superato lo sbarramento per accedere ai contributi, e che debba essere relativo alle spese reali effettuate e contabilizzate”. “E quando un partito non raggiunge il quorum per acceder al rimborso elettorale, non vi deve essere in nessun caso una ripartizione delle finanze residue tra tutti quelli che invece hanno superato la soglia. Anzi, sarebbe opportuno che della parte restante non assegnata ai partiti se ne faccia un uso migliore, destinandola magari ad attività sociali”.
Quanto alla crescente pressione dell’opinione pubblica che sull’onda degli scandali che hanno coinvolto il Pd e la Lega, reclamano pesanti tagli se non l’abolizione di ogni finanziamento, secondo il tesoriere del PSI, si può rispondere soprattutto attenendosi in maniera ferrea alle regole della chiarezza e della trasparenza. “E’ naturale che finché non vi sarà da parte di tutti un’assoluta precisione sulla gestione economica dei partiti il malumore della gente non cesserà.
Quello che deve essere assolutamente rispettato da tutti è che i rimborsi devono essere effettuati in base alle spese realmente sostenute. Questo farebbe sì che le persone continuino, o riprendano a credere, nella buona politica, in chi la fa e in chi si adopera affinché i soldi pubblici non vengano sprecati. Oggi più che mai l’essere attenti all’uso delle risorse economiche deve essere in politica un imperativo categorico”.

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